Perché metto a disposizione l'intervista che pp. Francesco ha concesso a Henrique Cymermann, giornalista ebreo israeliano, per il quotidiano catalano La Vanguardia (13 giugno 2014)? In parte perché, a differenza di precedenti interviste, questa ha avuto una risonanza minore. In effetti non contiene tante "originalità". Soprattutto perché mi consente un piccolo sfogo (?).
Inizio da quello più banale, che si riferisce alle ultime 3 righe del testo. "Come vorrebbe che la ricordasse la storia? «Era bravo, ha fatto quello che ha potuto, non è stato così male». Mi basta questo. La risposta, disarmante, rivela il cuore semplice di un uomo grande davanti a Dio e agli uomini, grande sapendosi e facendosi piccolo. E questo mi fa una grande tenerezza (e mi fa vergognare).
Il secondo motivo si rifa al passaggio dedicato a Pio XII. Qui Francesco afferma a chiare lettere la grandezza di Pio XII, da leggersi nella realtà dei fatti compiuti e collocati nel loro contesto storico. E questo mi da una grande soddisfazione, perché finalmente e con tutta "parresia" viene sollevato ed esposto alla pubblica piazza un argomento trattato troppo spesso con faziosità e disonestà intellettuale.
Qui il testo dell'intervista in italiano.
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